Il lancio di Huawei Pay dopo il ban USA. Innovazione ed interdizione, tecnologia e geopolitica.
16 Febbraio 2022. Dopo un lungo periodo di silenzio, inauguriamo il 2022 riprendendo a parlare di fintech ed andando ad approfondire come il ban degli USA di acquistare tecnologia americana nei confronti di Huawei, abbia fortemente impattato il business del colosso cinese, nel bene e nel male. Da una parte, ha forzato l’azienda ad innovare, lanciando ad esempio il proprio sistema operativo – HarmonyOs – ed il proprio ecosistema, che include oggi App Gallery, uno store di app al pari di Google Play e App Store, all’interno del quale giorno dopo giorno, si possono trovare app importanti, fra cui quelle bancarie, delle utilities… Dall’altra parte, quanto accaduto, è stato uno dei fattori che nel 2021 ha portato il primo grande vero calo di fatturato della società, circa il -28%, facendo uscire, cosi, Huawei dalla top five globale dei vendor di smartphone. In Cina, nel primo trimestre del 2021 sono stati venduti 92.4 milioni di smartphone di cui il 23% di Vivo, il 22% di Oppo ed il 16% di Huawei (che l’anno precedente aveva il 41% di quote di mercato), dichiara la società di ricerche di mercato Canalys, seguite da Xiaomi e Apple, che ha raddoppiato anno su anno fino ad arrivare a 17.7 miliardi di dollari in questi tre mesi, periodo temporale in cui il mercato degli smartphone cinese è comunque cresciuto del 27%. In questo periodo Huawei, dovendo anche tagliare i costi e gestire l’enorme pressione imposta dagli USA, ha venduto la sua linea di smartphone economica – Honor - ad un consorzio di circa quaranta partner Cinesi basati a Shenzhen, anche per garantire una supply chain adeguata. I membri del consorzio includono Shenzhen Smart City Technology Development Group - un’organizzazione statale incaricata di promuovere il cloud, il 5G, la tecnologia delle smart city - China Postal e Telecommnications Appliances - un fornitore statale che distribuisce i prodotti per le telecomunicazioni – e anche rivenditori di elettronica come Suning e Sundan. Anche se Honor era gestito in maniera indipendente da Huawei, faceva comunque affidamento sulla casa madre per gran parte della sua tecnologia, come i processori Kirin di HiSense. Questo significa che anche la società Honor è stata duramente colpita dal ban degli USA. Quest’ultimo ha avuto un forte impatto anche in UK dove è stato affermato che con le sanzioni americane è impossibile verificare la sicurezza della supply chain di Huawei. Cosi ha dichiarato che spenderà 250 milioni di sterline per diversificare le sue fonti di apparecchiature wireless 5G dopo aver vietato a Huawei di fornire la tecnologia in questione. Huawei, quindi, sarà esclusa dalle reti 5G britanniche per problemi di sicurezza lasciando gli operatori telefonici dipendenti da un duopolio: Nokia e Ericsson, che hanno già vinto alcuni deal con BT Group e Three UK di CK Hutchison Holdings.
Il ban, fra le varie cose, ha fatto rallentare di anni il lancio dell’innovativo Huawei Pay, il wallet digitale che porta i pagamenti contactless all’interno degli smartphone Huawei HMS – Huawei Mobile Services – che vuole portare Huawei in Europa al pari di Samsung e Apple. In Cina, in realtà, il lancio è avvenuto nel 2016. In Europa, invece, e soprattutto in Italia siamo in attesa di vedere come, grazie ad un sistema basato su codici a barre con Bluecode (diverso quindi dalla tecnologia NFC) anche questi smartphone si sono trasformati in carte di credito digitali, al pari di Google Pay e Apple Pay, o meglio alternativa necessaria a Google Pay e Apple Pay, dato l’impedimento di utilizzare l’ecosistema Google/Android e Apple/iOS. Da considerare quindi un atto di emancipazione alla politicizzazione della tecnologia.
In Cina, Huawei Pay si è appoggiata ad Union Pay, la terza forza nel mondo dei pagamenti dopo Alipay e WeChat.
In Italia, in previsione dell’ormai imminente lancio di Huawei Pay, è stata annunciata la partnership con Bancomat che ha acconsentito alla digitalizzazione delle carte PagoBANCOMAT. Chi è in possesso di una carta PagoBANCOMAT emessa da una delle banche aderenti al servizio, quindi, potrà acquistare in store utilizzando il proprio smartphone Huawei, grazie al contactless. Il ban ha significato quindi anche un’opportunità persa per “i soliti noti” VISA e Mastercard, che avrebbero probabilmente accettato di buon grado di fornire i propri servizi e di evitare che si creasse un nuovo competitor tutto italiano.
Una delle grosse sfide geopolitche oggi è indubbiamente sulla tecnologia, che ha ora il potere di influenzare le relazioni internazionali. Intelligenza artificiale, 5G, blockchain stanno velocemente diventando chiave nella competizione globale e nella coordinazione fra Stati. Il “campo di battaglia” per l’influenza geopolitica sarà incentrato su chi possiede le tech companies più importanti e sulla loro potenza nel controllare i big data degli utenti. Ugualmente importante sarà capire chi le governa e chi può imporre loro limiti e regole… fino a quando non saranno magari le stesse big tech ad avere lo stesso peso politico di uno Stato.
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