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Apple Open: il primo use case di open banking targato Cupertino


18 Ottobre 2023. A fine settembre, Apple è partita con la sperimentazione di una nuova feature in UK: i clienti delle principali banche inglesi potranno vedere il saldo e gli ultimi movimenti dei propri conti direttamente all’interno dell’Apple wallet.


La nuova funzionalità è attualmente in fase di test su un subset di clienti e su un subset di banche – comunque rilevante coprendo oltre il 60% dei conti correnti fin dall’inizio –. Visualizzare il proprio saldo per ciascun conto e carta all’interno del wallet, può aumentare la consapevolezza dei clienti rispetto a come spendono il proprio denaro e aiutarli ad evitare le temutissime commissioni per gli scoperti di conto.


Ma la notizia è ancora più rilevante perché segna un nuovo ingresso – in un modo diverso – del gigante di Cupertino nel mondo dei servizi finanziari. Fino ad oggi, infatti, le principali iniziative sono state partnership con rinomati brand a livello globale, la più famosa delle quali con Marcus di Goldman Sachs. Il sodalizio, nel momento in cui Goldman ha deciso di puntare (anche) sulla clientela retail, ha portato alla famosa investment bank molti clienti (100bn $ di depositi e 14mn di clienti) ma anche ingenti perdite (1,2bn $ nei primi 3 quarter del 2022). Marcus non c’è più, riassorbito nei servizi per clienti High net worth, e la stessa partnership con Apple è ancora in piedi ma non si sa per quanto. A giugno 2023 si vociferava di un possibile ingresso nella partnership di Amex, che avrebbe rimpiazzato Marcus.


La storia di Marcus mi ha dato di che riflettere. Apple ha prestato il proprio brand ad un’iniziativa dove la scena se la dividevano al 50% Apple e Goldman. Molto valore è stato creato e i numeri sono stati importanti. Ma il valore non è stato catturato in egual misura e il costo dell’investimento è pesato quasi totalmente sulle spalle della banca di investimento, che a un certo punto ha ritirato le proprie truppe dal (nuovo) fronte del consumer banking.


La sperimentazione tra Goldman e Apple su nuovi servizi, quali il conto deposito, è continuata anche dopo settembre 2022, ossia nei mesi successivi alla scelta di Goldman di ritirarsi dal segmento consumer. Ma tale scelta è stata diversa nel caso del BNPL in Europa. In questo caso Apple ha acquistato Credit Kudos – startup UK attiva nel mercato del lending – per acquisire le conoscenze di settore necessarie. Ha creato una propria divisione specializzata nel lending – Apple financing LLC – che beneficia di tutte le informazioni a disposizione di Apple (dispositivi, acquisti con Apple pay, comportamento di acquisto con la Apple card, …) per migliorare l’efficacia del credit scoring. Apple ha visto la possibilità di entrare in prima persona in un mercato incredibilmente interessante e lucrativo: uno smartphone da 1000+ Euro si sposa benissimo con il paradigma del “compra ora, paga dopo”. In Italia si stima che 70% delle vendite di iPhone sfruttino la possibilità di rateizzazione garantita dal gigante di Cupertino.


Da questi esempi, si vede come Apple stia testando il mercato dei servizi finanziari con approcci diversi a seconda della dimensione dell’opportunità e della maturità di mercato. Pare banale ma spesso non è l’approccio di buon senso che viene adottato (vero Marcus?). Che ruolo avrà quindi Apple Open?


Io credo che Apple Open sia un long game di avvicinamento alla PSD3 e che ci vorrà de tempo prima che diventi una funzionalità estesa a tutti i clienti della mela morsicata.


Per prima cosa, bisogna considerare la maturità delle soluzioni che espongono i saldi dei conti correnti via API (AIS – Account Information Services). UK è il paese più facile al mondo da cui partire: le prime 9 banche coprono oltre l’80% dei conti correnti nazionali, sono grandi e abbastanza innovative da aver abbracciato l’open banking prima che diventasse un obbligo di legge nel continente europeo con la PSD2. Il secondo più facile sono gli Stati Uniti, dove da anni esistono player come Plaid e Yodlee che offrono il collegamento a tutti i saldi e movimenti delle banche a stelle e strisce. Poco importa quale che sia l’aspetto tecnico (con API, web scraping o reverse engineering), la sostanza è che esiste una soluzione che ha ottima copertura e affidabilità. Ma il resto del mondo occidentale ed in particolare l’Europa? L’adozione dei servizi AIS tramite la PSD2 sta crescendo ma molto più lentamente delle aspettative e persistono alcuni problemi di funzionamento, a macchia di leopardo sul territorio Europeo. Oltre a questo, il funzionamento stesso del servizio, che richiede un’autenticazione dell’utente ogni 90gg, ha rallentato l’adozione di massa.


Come secondo punto, è sufficiente un servizio che faccia vedere i saldi dei conti? Per quanto sia evidente quanto questo servizio possa stimolare l’ulteriore adozione di Apple Pay evitando di avere transazioni che vanno in ko per mancanza di saldo, credo che lo use case possa essere molto più ampio. La PSD3 promette di avere un accesso open anche ad altri dati (come investimenti) e di risolvere alcuni dei problemi di UX riscontrati nella PSD2. La normativa è in fase di consultazione al momento e mentre resta da capire con quale ruolo Apple entrerà in questo mercato, se come realtà regolamentata o utilizzando aggregatori e infrastructure providers per garantirsi l’accesso ai dati, quel che sembra certo è che in questo caso cambiare le abitudini dei consumatori dovrà andare di pari passo con la disponibilità e la solidità della tecnologia sottostante. Sarà un long game.



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