Apple entra nel mercato dei SoftPos con Tap to Pay. Minaccia o opportunità per i Pos tradizionali?
26 Aprile 2022. Apple annuncia Tap to Pay, la nuova funzionalità per accettare pagamenti contactless, che trasformerà l’IPhone in un POS, permettendo ai commercianti di ricevere pagamenti elettronici, tramite Apple Pay, wearable, carte di credito e di debito contactless, oltre ad altri digital wallet delle principali reti di pagamento come Amex, Discover, Mastercard e Visa, senza necessità di utilizzare altri hardware.
Apple entra cosi nel mercato dei SoftPos (Software Point-of-Sales): Stripe sarà la prima piattaforma di pagamento abilitata ad offrire Tap to Pay ai suoi clienti, ma a seguire ci sarà anche Shopify. Per ora la funzionalità sarà abilitata negli USA, ma entro fine anno dovrebbe arrivare anche in Europa.
Gli Iphone abilitati saranno quelli dal modello XS in poi. L’API necessaria al funzionamento è stata introdotta con la beta 2 del sistema operativo iOS 15.4, appena rilasciata, e tutte le transazioni effettuate sono criptate ed elaborate utilizzando il Secure Element. Apple non sa cosa viene comprato e chi lo sto acquistando.
Nel 2020, il gruppo di Cupertino ha acquisito la startup Canadese Mobeewave proprio con l’obiettivo di arrivare un giorno ad introdurre una tecnologia capillare di questo tipo. Mobeewave ha precedentemente lavorato con Samsung su funzionalità NFC simili, testando un sistema chiamato Samsung POS nel paese di origine della startup, il Canada, nel 2019 prima di lanciarlo in tutto il mondo.
In Italia, secondo i dati del Politecnico di Milano, ci sono 2,56 milioni di POS attivi, di cui 335 mila mobile POS e 80 mila smart POS. Che impatto avrà la nascita dei soft POS e l’ingresso di Apple nel mercato?
La prima reazione potrebbe essere pensare che i produttori di hardware, quali ingenico o PAX, abbiano i giorni contati. Nessun hardware aggiuntivo e la CX di Apple fanno paura.
Ma anche i soft POS devono sottostare alle normative, garantire la certificazione EMV L2 e le operazioni di key-injection dell'acquirer. Il ruolo dei produttori almeno nel medio termine rimarrà determinante con i soft POS, come lo è già stato per i mobile POS. Potrebbero esserci dei nuovi entranti, ma non è facile entrare in un mercato dove la scala, le relazioni consolidate e l’esperienza sono forti barriere all’ingresso di nuovi player.
Riguardo agli attuali fornitori di soluzioni di acquiring, si tratta di una modalità in più per servire i propri clienti. Potenzialmente, potrebbe migliorare la struttura di costo degli acquirer, che non dovranno più assicurarsi di generare anche la redditività necessaria per acquistare il device fisico (dagli 80 ai 200 Eur). Questo potrebbe fare nascere nuovi meccanismi di pricing, maggiormente orientati al pay-per-use e particolarmente indicati per i piccolissimi merchant, gli stagionali e chi ne fa un uso sporadico.
In sintesi, credo che l’effetto dei soft POS in termini di crescita della base installata di POS, grazie alla possibilità di servire nuovi segmenti di esercenti, sia l’effetto prevalente nel medio termine. Il mercato crescerà complessivamente di dimensione, anche grazie alla spinta del governo e alle sanzioni per gli esercenti che non accetteranno pagamenti digitali. La vera domanda da un milione di dollari è quali player saranno in grado di trarre vantaggio da questa discontinuità sul mercato. Nel dubbio, uno tra i vincitori possiamo però azzardarlo… Esatto, è proprio Apple.
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