Consolidamento di startup fintech. Un nuovo trend?
22 Gennaio 2017. Pochi hanno compreso la portata della notizia. Ad aprile del 2016, Payleven e Sumup, il secondo e il terzo player del mobile POS a livello europeo, si sono fuse. Si è trattato della prima exit fintech in Italia. Ma, più di questo, si è trattato della prima exit di una startup fintech con un’altra startup fintech.
Se una delle due fosse stata un’azienda affermata, non ci sarebbe stata notizia. Mastercard, BBVA, Ingenico – per nominarne solo alcuni – hanno acquisito molte startup negli ultimi anni che potessero complementare la loro offerta e contribuire con nuova e fresca tecnologia al loro profittevole “business as usual”.
Nel caso di specie, invece, nessuna delle due aveva raggiunto il break even. Le aziende avevano una tecnologia simile e avevano sicuramente maggiore bisogno di clienti che di tecnologia. Eppure, la fusione si è fatta.
Io credo che alcune componenti abbiano reso l’operazione possibile:
Le società erano attive in un settore nel quale le banche tradizionali hanno deciso di non entrare. Unit economics troppo piccoli, difficoltà di onboarding per i pesanti backend bancari e un’infrastruttura che era quella adattata dai POS tradizionali hanno reso l’opportunità poco evidente a molti istituti finanziari tradizionali.
Le società erano in un settore dove si erano affermati 3 player a livello europeo, nessuno dei quali generava cassa. Per la teoria dei giochi, se il primo si fosse fuso con il secondo o terzo, il follower lasciato fuori avrebbe avuto pochissime possibilità perfino di salvarsi. La paura può essere un catalizzatore di scelte aziendali fenomenale e così i follower hanno deciso di salvarsi la pelle.
Il mercato della raccolta dei capitali per il settore fintech si è fatto con il tempo più complicato, con fondi VC che sono diventati via via più spaventati dallo scenario macroeconomico europeo, dalla proliferazione di startup fintech con grandi ambizioni e grandi bisogni di finanziamento e dalla consapevolezza che non si può cancellare il sistema bancario – non oggi – ma solo fare partnership con esso. E tutto questo nonostante i tassi siano ancora bassi, nulli o negativi, mentre è difficile prevedere un ROI superiore all’investimento in una startup fintech di successo. In questo scenario, il consolidamento significa maggiori possibilità di raccolta e maggiori certezze – sia interne che per gli investitori – di raggiungere il break even.
Questi ingredienti hanno sicuramente accelerato il processo. Eppure, resta un dato di fatto: nel mercato dei mobile POS abbiamo visto la crescita di due aziende, che sono nate, si sono fuse, e sono ora punto di riferimento per il panorama europeo. E tutto questo senza che i player tradizionali riuscissero a fare nulla. Che sia il primo caso di un nuovo trend?